Lode al merito e bacio accademico al mitico Cassero LGBT Center di Bologna per aver organizzato il miglior 8 marzo della storia: c'è chi, nel resto del mondo, si è accontentato di festeggiare con cubisti bisunti ed eserciti di donne dagli istinti animaleschi più evidenti di quelli di una pantera e chi, come me, ha festeggiato l'universo femminile insieme ad Amanda Lepore.
Già, perché Amanda è donna ed orgogliosamente tale: forse più femminile di tante altre creature cui la natura ha regalato due cromosomi XX. Ironica e coraggiosa, la Lepore rappresenta un mondo, un universo: quello di persone consapevoli della propria identità e disposti a correre contro corrente pur di essere il più vicine possibile all'ideale che hanno di se stesse.
Amanda Lepore ci è riuscita: è, a suo modo, un capolavoro. Vive nel corpo che sogna, mette in scena sogni e fantasie che appartengono tanto all'universo maschile quanto a quello femminile.
Amanda cancella con un colpo di anche i pensieri legati a quel che era e sarebbe potuta essere per ricordarci che quel che conta è lì, davanti ai nostri occhi: voglia di vita, celebrazione di un'esistenza i cui gioielli e brillanti risplendono sotto i riflettori attraverso cui cresce e si sviluppa.
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