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venerdì 31 ottobre 2014

Casto e Falconi: la coppia aperta che viene da Cracovia

Nessuna esagerazione: Immanuel Casto e Romina Falconi rappresentano perfettamente il concetto di coppia aperta così tanto attuale da essere un must. Sono partner artistici, condividono lo stesso palco, la stessa musica, ma ad ognuno dei due è data l'opportunità di darsi, di tanto in tanto, al pubblico che acclama, che chiede di averne sempre e sempre più. Musica, certo. E parole. 


La Falconi e il Casto Divo hanno portato in scena all'Alcatraz di Milano un vero spettacolo: il loro "Sognando Cracovia Tour" si dimostra un successo di pubblico data dopo data, a testimonianza del fatto che non sono solo i più noti ed antichi capisaldi radiofonici e discografici ad imporre la qualità, la novità. 


Sia per Immanuel che per Romina, infatti, la musica viene da lontano: da una gavetta che non conosce sosta e che viene sostenuta tenendo fede al proprio credo, alle proprie caratteristiche, a dispetto di quanto richiesto/imposto altrove. 


E' così che "Sognando Cracovia Tour" racconta in un'ora e mezza di musica spiccati di vita quotidiana visti da prospettive differenti rispetto al binomio cuore/amore che la musica disgraziatamente ci propina da tempo. 


Si parla di sessualità, di personalità, di gusti, di divertimento: tutto sotto la logica dell'ironia perché, si sa, solo non prendendosi sul serio si può sopravvivere alla mediocrità cui sembriamo destinati. Tutto l'Alcatraz canta "Il mio prossimo amore" rivendicando il diritto all'autonomia, all'indipendenza ed al rispetto per se stessi in primis, così come con un'ovazione viene accolto l'inno "Escort 25" che, per quanto fortemente ironico ad un primo acchito, racconta perfettamente buona parte della generazione attuale di adolescenti. 


Musica per divertisti, dunque, e per stare meglio: con se stessi, dunque col resto del mondo. Senza vergognarsi di quello che si è e delle proprie esigenze: fisiche, mentali, naturali.







sabato 11 ottobre 2014

Monica, regina d'Europa

Ad una settimana esatta dall'evento, sono qui a tentare di mettere nero su bianco quello che è stato il mio vissuto inerente ad uno dei più bei concerti a cui abbia mai assistito. La cornice del "Tour 4.0" è stata Saragozza, Spagna, e la protagonista di questo sogno è stata Monica Naranjo: o meglio, son state lei e la sua voce. Che voce. 


Due ore di show senza sosta all'interno dell'auditorio della città che per l'occasione ha raccolto oltre 2500 persone tra giovanissimi e genitori coi figli al seguito: un popolo eterogeneo, così come le idee e le sensazioni che l'arte della Naranjo evocano. 


Tutto è diverso, tutto è accentuato, tutto è concettualmente ribaltato rispetto al politicamente corretto che si legge, purtroppo, nella gran parte dei concerti che l'Italia ospita. Monica è una forza della natura e lo dimostra senza paure sin dall'incipit del concerto dedicato ad "Europa", suo cavallo di battaglia e ormai inno generazionale che ricopre gli ultimi dieci anni della storia artistica della Spagna e dei Paesi latini. 


Tremano i muri, persino le ossa si scuotono una volta esposte alla musica della Naranjo: presenza scenica impeccabile, come una regina venuta da un'altra dimensione domina il palco e ordina al suo popolo alcune condizioni indispensabili al proseguimento della festa. "Mai smettere di sorridere", dice, "E soprattutto mai voglio vedervi star fermi con le braccia conserte". Guai a contraddirla. 


Le due ore di Musica scorrono veloci scandite dai successi di una carriera ventennale talmente insolita da rendere Monica Naranjo un caso più unico che raro poiché distante da ogni regola commerciale, artistica, intellettuale sino ad ora conosciute. 


Lei che con la sua voce può permettersi di tutto conduce il pubblico verso la riscoperta della sola dimensione che può rendere speciale ed unica l'esistenza: quella della libertà. Di essere, di fare, di dire, di pensare, di amare e di gridare la propria indipendenza; persino alzando il dito medio al cielo, così come accade durante "Usted". E come gridava il pubblico in delirio durante lo spettacolo, "queremos mas"!