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giovedì 31 ottobre 2013

Ellie Goulding, semplicità che brucia

Alzi la mano chi almeno una volta negli ultimi mesi non ha saputo togliersi dal cervello "Burn" pur desiderando, magari, il silenzio. Per non parlare di "I need your love" nel corso dell'estate appena passata. Io, senza ombra di dubbio, sono stato colpito da Ellie Goulding: prima molto delicatamente, quasi fosse soltanto un nome che mi ronzava nella mente, poi, piano, piano, la scoperta del suo talento, la meravigliosa semplicità del suo saper domare la scena mi hanno letteralmente travolto. 

Ellie Goulding meeting fans
Oppure bruciato, per rimanere in tema dell'ultimo successo di questo giovanissimo angelo britannico. E' sempre bello, bellissimo, quando giovani talenti riescono, col tempo e nel tempo, a ritagliarsi una propria strada o, semplicemente, ad accendere le luci sul tracciato che già hanno percorso negli anni senza demordere, senza ascoltare i "No", i "Mai". 

Ellie Goulding meeting fans
E' confortante potersi ritrovare negli occhi di una giovane ragazza, già superstar planetaria, osservando la curiosità con cui si approccia al pubblico, la gioia ed il rispetto che nutre verso chi le ha permesso di vivere il proprio sogno: è bello, bellissimo, emozionarsi lungo dimensioni sonore nelle quali risultano assenti gli scandali per lasciar spazio ad una disarmante semplicità. 


Ecco, Ellie è un idolo per milioni di persone nel mondo, eppure è esattamente come ciascuno di quei fans  che in lei trovano un sorriso, una certezza: come loro guardano lei con ammirazione ed emozione, così Lei trova in loro la propria passione, l'amore per quel che fa ed è.

Ellie Goulding meeting fans
Ellie Goulding meeting fans
Ellie Goulding meeting fans

giovedì 17 ottobre 2013

Elisa, l'anima che vola

Sarebbe sin troppo facile parlare di come e quanto sia cambiata rispetto ai suoi esordi: tutto sommato mi basterebbe pensare a me, in quella caldissima estate del 1997, sotto il sole cocente dell'Heineken Jamin Festival, intento ad ammirarla su quel palco, piccolissima rispetto a quello che la circondava ma immensa con la sua voce. Io ero un'altra persona: perché Elisa non dovrebbe essersi evoluta?


Sto ascoltando "L'anima vola", il nuovo album che la cantante ha appena pubblicato, il primissimo totalmente in italiano della sua carriera: sembra difficile inizialmente riconoscere la stessa artista che mi fece scatenare all'epoca e per tanti altri anni ancora, nonostante la voce sia la stessa. Perfetta, angelica, intensa ed introspettiva. Sono anni che Elisa ha, come da migliore tradizione di artista, intrapreso un cambiamento: è inevitabile, non solo perché da ragazza ci si riscopre donna, ma anche e soprattutto perché da donna ci si ritrova madre una volta, ed un'altra ancora.


L'Elisa che ascoltavo "adolescente", nonostante ci separino una manciata d'anni, era una ragazza che usava la musica come valvola di sfogo, una ragazza che usava la voce per gridare il proprio mondo con la forza di un dono inarrivabile ed irripetibile. Un talento più unico che raro. L'Elisa di ora, l'Elisa che dedica la sua musica all'anima che vola, usa la voce per cullare le proprie emozioni, per sollevare le impercettibili sensazioni di donna e madre ad una dimensione nella quale i sogni, le paure e le bellezze che le appartengono sono un tutt'uno col mondo che vive e che si è costruita.


La grinta rime, viene soltanto incalanata attraverso binari sensoriali diversi: sorrisi, occhi che gridano felicità, brani dedicati all'amore che ha prodotto e custodisce. "Sarà difficile chiederti scusa per un mondo che è quel che è, Io nel mio piccolo tento qualcosa, ma cambiarlo è difficile" canta Elisa in una delle tracce più preziose dell'album, "A modo tuo": e a modo suo Elisa ci insegna il cambiamento e la bellezza di amare. Basta chiudere gli occhi, lasciarsi trasportare dalla sua voce e ritrovarsi in quella sottile dimensione in cui "l'anima vola".

"L'anima vola": il nuovo album di Elisa
me & Elisa

venerdì 11 ottobre 2013

Come Rita non c'è nessuno

Quando ero piccolo, mia mamma mi raccontava di Rita Pavone: delle sue avventure in televisione, delle sue canzoni, la dipingeva non tanto quanto un fenomeno ma come un'artista in grado di saper fare tutto e in modo eccelso, impeccabile. Ora che son grandicello, mi ritrovo io ad ascoltare Rita Pavone, a conoscere a memoria i suoi immensi successi e a telefonare a mia mamma emozionato per raccontarle di averla incontrata. 


Dopo aver vissuto di persona la magnifica esperienza del live all'Arena di Verona insieme a Gianni Morandi, ho avuto la fortuna di incontrare Rita Pavone a pochissime ore dalla pubblicazione del suo nuovo, doppio album in studio, "Masters", che segna il suo ritorno sulle scene a nove anni di distanza dall'ultima performance on stage. 


"Masters" è un progetto ambizioso, una collezione di grandi brani nati dal genio creativo di alcuni tra i più immensi interpreti della musica dell'ultimo secolo, rivisti e personalizzati da Rita assecondando il suo gusto e le idee che da 50 anni accompagno la fantasia di questo disco. "A 12 anni amavo un genere che tutte le mie coetanee non conoscevano e mi domandavo come fosse possibile. Cantavo certi brani e tra me e me pensavo a quanto sarebbe stato bello, un giorno, inciderli facendoli magari anche in italiano." racconta la Pavone, "Ci sono pezzi bellissimi come "By myself" originariamente cantata da Fred Astaire che ho sempre pensato poter essere splendidi se riportati ai giorni nostri". 


Rita Pavone ed il coraggio, dunque: quando un'artista ha attraversato 50 anni della nostra storia non celando la voglia di rimettersi in gioco e di sorprendere non si può che gioire e godere della nuova arte che regala. Arte che diventa sinonimo di qualità, di eleganza e di professionalità sconfinata: così non fosse, non sarebbe chi è nel percorso umano, culturale ed artistico di ognuno di noi. 


"In questo album ci sono le sensazioni che io amavo in quel momento: un cantante deve avere l'opportunità di poter cantare un pò di tutto, essere versatile, crearsi una credibilità. Detesto aprire un disco ed ascoltare la stessa canzone per quarantacinque minuti: io devo divertirmi" dichiara la Pavone, che aggiunge "Io devo gratificare prima di tutto Rita: se poi gratificherò anche tutti gli altri ne sarò contenta. Per questa volta ho voluto pensare a divertirmi, a cantare come voglio, a fare le cose esattamente come le avevo in mente". 


Ecco il segreto per essere dei grandi: essere se stessi e non conoscere compromessi. Come quei maestri, quei "masters" di cui Rita Pavone canta.

Rita Pavone & Cristiano Malgioglio

mercoledì 9 ottobre 2013

Cher, Cher: perché sei tu, Cher?

Posso non lasciarmi ispirare dalla storia di Giulietta e Romeo quando proprio ieri ho incontrato Cher nella casa della Capuleti?! Ma andiamo con ordine! La trasferta veronese per assistere al concerto evento di Gianni Morandi è andata alla grande: partita a metà di una grigia e freddissima mattinata per poi concludersi con trionfali incontri, risate e mille emozioni a ritmo della musica. Dimentico di dire che son partito per questa ennesima missione senza aver il biglietto per lo show ma dopo aver percorso non più di due metri a ridosso dell'Arena di Verona un'offerta "last minute" è arrivata a me.. e pur avendo donato un rene per potermelo permettere ne è valsa la pena, eccome. 

Cher live @ Arena di Verona
Sotto l'hotel che ospitava Cher incontro i miei due nuovi angeli custodi, Jennifer e Paulette, con le quali si parla, si ride e ci si scambiano complimenti. Ad esempio non sono passati inosservati i miei capelli pettinati diversamente rispetto ai giorni prima: ho motivato il fatto dicendo che non posso permettermi le parrucche che una loro amica custodisce.. A metà pomeriggio iniziano le prove in Arena e vi assicuro che nel momento in cui Cher ha aperto bocca intonando "Bang Bang" l'intera piazza ha tremato. E'stato bellissimo, già in quel frangente, sentire l'aria piena della sua voce in un luogo già di per sé così magico da amplificare ogni sensazione. 

Cher backstage @ Arena di Verona
Terminato il soundcheck, la Divina si dirige verso l'auto che nel backstage blindato la stava aspettando ma, complice la mia altezza, riesco comunque a farmi vedere, chiamandola, e lei non perde occasione per regalare un sorriso ed un saluto che sarebbero già bastati a rendere la giornata perfetta. Tutto a posto, dunque: il biglietto ce l'ho, i miei amici sono lì con me, l'Arena ci aspetta, la voglia di emozioni è a mille.. ma può bastare? No. 

Cher visiting Giulietta's house
Bisogna, infatti, far visita -correndo- alla Casa di Giulietta: dopotutto il giorno precedente non ho perso occasione di suggerire quel luogo per una visita sia alle assistenti di Cher che alla diva stessa. Come non detto: lei è lì, che si perde tra i turisti ignari della leggenda che passa loro accanto.. si guarda attorno, ammira, poi il suo sguardo incrocia il mio -paralizzato contro una parete, incapace di muovere un solo muscolo del corpo né tanto meno di respirare- e scatta una risata, un sorriso, una stretta di mano accompagnata da un "Oh my God!!! How are you?". Non ho avuto la prontezza d riflessi per dirle che forse ero già morto, che ero in paradiso. La gente la riconosce, lei vorrebbe fermarsi a guardare le vetrine ma la sua scorta la obbliga a dirigersi verso l'auto e, sebbene sotto la pioggia, Cher trova il tempo di scattare due foto col mio amico Gaetano contrariamente ai voleri della bodyguard. 

Cher live @ Arena di Verona
In stato di grazia, volando, mi ritrovo all'Arena: tutto bello, non piove nemmeno, lo spettacolo inizia e scivola via veloce. Poi arriva il momento clou: la scritta Cher appare sui monitor, trionfale eccheggia l'intro di "Bang Bang" e lei, mozzafiato, fa il suo ingresso in uno dei contesti più spettacolari al mondo. Mi spacco le corde vocali da quanto grido e non posso riferire i miei apprezzamenti nei confronti di questa strepitosa creatura poiché poco consoni ad un blog: sento la sua voce ovunque, rimbomba dentro, e lei è lì davanti stupenda, perfetta. 

Cher live @ Arena di Verona with Gianni Morandi
Evito commenti sul trattamento che le è stato riservato perché, pure questi, poco appropriati a questo spazio: mi limito a parlare dell'emozione che mi ha animato, che mi fa sentire vivo. Parte "Woman's world", arrivano le ballerine e lei è incredibile: più bella di chiunque altro, tutto le scompare attorno quasi ad aver tramutato l'Arena ad una piccola stanza in cui vedere un sogno respirandone la realtà.

Cher live @ Arena di Verona
Cher, la musica, una grande palco, la bellezza: ci sono tutti gli elementi che la contraddistinguono. Così come la mia gioia incontenibile, la consapevolezza, ancora una volta, di essere veramente fortunato perché inserito dentro ad un sogno, nella realtà che ho desiderato ed atteso. 

Cher live @ Arena di Verona
Tutto è stato incredibilmente vicino alla verità, per citare l'ultimo album: verità relativa al fatto che vivere il proprio amore, curare la propria passione, sono gli esercizi cui dovremmo essere chiamati a fare ogni giorno, ogni secondo. 

Cher live @ Arena di Verona
Cher live @ Arena di Verona
Cher live @ Arena di Verona

lunedì 7 ottobre 2013

Ho incontrato Cher #2

Vorrei usare poche parole per raccontare la giornata che ancora non è finita: vorrei solo che potessero esserci vocaboli appropriati a dipingere il quadro di quello che è successo, che ho vissuto. Una sola premessa: credo che nulla al mondo sia più importante dell'essere sinceri in quello che si dice e si fa, nel rapporto con gli altri, anche con chi si incontra per la prima volta. Per questo credo che non esista il caso: forse lasciandoci guidare dal corso degli eventi, sentendoci vivi in ogni respiro che facciamo, forse in questo risiede la magia che dovremmo essere in grado di cogliere e sviluppare. Stamattina c'è stato il primo raduno della Cher Crew italiana sotto le porte di Radio Deejay. Pioggia e freddo non hanno impedito sorrisi, confidenze, pettegolezzi tra fans e nuovi amici: tante storie, tante speranze, un solo desiderio. VederLa. Ci avvertono di un improvviso ritardo, si insinua il dubbio dell'intervista cancellata ma guai a demordere! Ci ho creduto: non ho mai smesso di immaginarmi tra le mura della radio, vicino a lei che per l'occorrenza sarebbe stata.. rossa, almeno nelle mie fantasie. 

me & the one and only Cher
Alle 14 in punto mi viene permesso l'accesso alla radio.. si sono aperte le porte del paradiso da un certo punto di vista. Cher arriva: ed è rossa. Ed io sono fortunatamente seduto su una poltrona poiché in caso contrario non avrei retto al colpo. E' ancora più bella dell'immagine che avevo dipinto nella mente. Seguo l'intervista ed ho la fortuna di parlare a cuore aperto con una ragazza i cui occhi mi hanno aperto il cuore: non so quante cose posso averle detto, inglese permettendo, in venti minuti sembrate ore. So che alla fine di tutto mi ha domandato i miei numeri e recapiti. Così come Paulette, una delle migliori amiche di Cher, che vedendomi mi mostra il suo cellulare con una foto di Cher e me scattata due notti fa, quando accadde il miracolo di cui vi ho già parlato. Fortunatamente la Radio decide di far salire tutti i fans in strada e quando Cher termina l'intervista e ci vede.. si illumina. In Lei e nei suoi occhi si è letto l'entusiasmo di una bambina, l'amore verso il suo pubblico, verso chi si rispecchia in lei e in lei trova un motivo per cui essere felice. Nessuna finzione: nonostante sia un premio Oscar, Cher non recitata ma vive le sue emozioni, la sua verità, e ci vuole partecipi di essa. Baci, abbracci, autografi ma soprattutto chiacchiere, risate, con lei pronta a guardare negli occhi la persona con cui parla, lei che tratta chiunque con la delicatezza e la magia di un eroe, di una favola. Seguono le foto di gruppo e tanti ringraziamenti ed una gioia nell'aria che non si racconta.
Potrei già dirvi che sono così felice da poter volare ma.. non finisce qui. Affatto. Vista la mia convinzione sulla necessità di non accontentarsi ma di dover necessariamente far tutto per i desideri che ci animano, io e la mia migliore amica decidiamo di viziarci e.. bè, essere pronti a sopportare ore nel dubbio davanti all'hotel che ospita Cher sperando, anzi SAPENDO, che l'avremmo rivista. Non dico "forse l'avremmo rivista" perché sapevo e so di essere nel pieno dei miei sogni e il dubbio, in essi, non è concesso. Tra caffè e biscotti succede che... avete presente l'amabile ragazza con cui ho trascorso l'esperienza a Deejay? Bè, che lei passasse da lì: basta uno sguardo e dopo un sorriso sincero le sue parole sono "Ora sta terminando delle interviste: voi NON muovetevi da qui che dopo sarà il VOSTRO momento. Ve lo prometto". Ecco... ora i sogni prendono la parola. Dolcezza chiama dolcezza, credo, così come la falsità ne chiama altra. Passano un paio di ore scandite dalle varie "abbiate pazienza!", "tra un pò tocca a voi" per poi sentirci dire: "ok, ci siamo". Il cuore ha forse smesso di battere così come potrebbe essere impazzito battendo ai mille all'ora, non lo so. 

me & the one and only Cher
Vengono fatti personalmente fatti chiamare da Cher gli altri fans fuori dall'hotel al freddo e in pochi minuti si riunisce nuovamente parte della Cher Crew. Non ci crediamo.. o forse sì, ma talmente tanto da far quasi male. Dopo 5 ore consecutive di interviste non-stop si apre una porta ed eccola lì: Lei, più bella che un sogno, sorridente, felice, magnifica, correrci in contro. I suoi occhi volano su di me e in un istante la sento dire "Oh, I know you very well!" mentre me la sono ritrovata stringermi fortemente le mani. Lei si sincera del fatto che non avessimo preso troppo freddo e poi ci fa domande sull'album, sulle nostre preferenze, ci chiede curiosità sui cimeli che ciascuno di noi le ha fatto autografare. A me, ad esempio, ha chiesto cose fosse l'adesivo attaccato alla copertina in cartone della target edition del suo ultimo album, "Closer to the truth". Una cavolata per molti, molto per me a significare l'attenzione che Cher ha riservato a ciascuna delle persone che ha incontrato: ognuno unico nella sua felicità, nella sua soddisfazione. 

my awards!
Nessuna fretta ma solo risate, domande e risposte: per un attimo mi sono guardato dall'alto cercando di realizzare cosa stessi realmente vivendo così quando mi sono visto, di fronte a lei, domandarle "Cher, will you tour Italy" per ricevere una risposta esposta tenendo i suoi occhi fissi nei miei... in quel momento ho capito che fantasticare è un limite. La realtà è molto più sensazionale di ogni sogno. Talvolta, credo, abbiamo paura delle nostre stesse emozioni: non siamo educati all'essere felici, contenti di noi ma, al contrario, al pensare che arrendersi al senso di colpa o ascoltare la vergogna sia un obbligo. Niente di più sbagliato: uscendo dalla gabbia imposta dalle nostre stesse convinzioni ci accorgeremmo che c'è un mondo, fuori, costruito esattamente attorno alle nostre aspettative. Se siamo in grado di elaborare un sogno è perché possiamo realizzarlo. Cher è stato ed è il mio. 

the Italian Cher Crew

sabato 5 ottobre 2013

Ho incontrato Cher

Potrei dirvi che non ho più sogni. Ecco, forse quello di preservare in me lo stesso ardore, la stessa passione, la stessa incontenibile gioia che provo adesso. E quello di far sì che in vita sia sempre così: credere talmente tanto in qualcosa sino a farla realizzare. Non fosse stato per quel tweet nel quale Cher salutava i suoi fans felice dell'esperienza televisiva in Germania raccontando di essere in procinto di decollare per l'Italia.. mai avrei potuto sperare in un miracolo. Avrei passato l'intera giornata di domenica attendendola in qualche aereoporto probabilmente. Invece no: l'ora è tarda, non arrivano più voli in città se non privatamente e.. abito proprio a ridosso dello scalo privato di Linate, a Milano. Ci penso: un'oretta o poco più e dovrebbe toccare suolo.. che faccio?! Grazie all'amicizia che sa amplificare le emozioni, in pochi minuti siamo in due, due matte, davanti alla barriera di piante e siepi dell'areoporto privato: si vede l'entrata, anche se molto lontana, si vedono una grande auto parcheggiata e due van al suo seguito. Si vede pure un enorme mazzo di fiori essere estratto dal bagagliaio e portato all'interno dello scalo. Che fare? E'un sogno: per questo le barriere non esistono. Non devono. 

Me & Cher. Grazie all'amico inseparabile Michele Maffei per la foto e la condivisione del Mio momento.
L'ingresso è blindato e transennato nonché sorvegliato da un esercito di telecamere: "mal che vada, penso, ci obbligheranno a tornare indietro: non ci arresteranno.. spero" e la guardiola in quell'istante appare vuota..disabitata nonostante la luce accesa. Entriamo con passo furtivo, ripresi dalle telecamere, e ci avviciniamo all'auto prescelta. Passa poco, pochissimo, ed uno stuolo di facchini inizia a scaricare valige su valige per poi lasciar spazio a... un enorme mazzo di fiori sorretto dalla più bella creatura che abbia mai visto. O meglio, quello che ho sempre sognato e visto nei film, in tv, sul web. Cher appare a pochi metri da me ridendo, felice, sembrava -probabilmente nella mia testa- avere un'aurea attorno. E' di un altro pianeta. Mi avvicino e un addetto alla sorveglianza mi punta contro una torcia accecante intimandomi di andarmene. Io la chiamo "Cher!" dico a voce anche piuttosto bassa e lei si gira, mi guarda, sorride e con un ampio gesto delle braccia dice "Come on!" facendomi segno di avvicinarmi. E'lì, io sono di fianco a lei, al mio sogno: la guardo e non ci credo. E' bellissima, proprio come un paio di ore prima durante la sua esibizione live a "Wettend Dass". Le porgo il cd e lei si arrampica sul tettuccio dell'auto per autografarlo. Mi chiede il nome e dopo poche lettere mi guarda come a dire "aiutami!" così le faccio lo spelling. Durante un'operazione che nella mia testa è durata ore, le ho detto di tutto tipo "I can't believe you're real" e credo pure di averle chiesto scusa per la miriade di tweet che le mando pregandola di non credermi uno stalker. Le ho chiesto la foto, dunque, nonostante la sicurezza continuasse a gridare di fare in fretta ma lei non sembrava curarsene. E'il turno del mio amico a cui Cher chiede il nome per un autografo ma lui le fa capire che basta la foto, per non rubarle troppo tempo. Ma dopo lo scatto, nonostante gli incessanti "velociiiiii" fuori campo, di nuovo Cher chiede il suo nome. Io la ringrazio, le dico "You're an angel" e lei, con aria di sfida, si gira verso la sicurezza urlante e guardandolo negli occhi gli dice "I know: I'M AN ANGEL!". Durante l'incontro l'assistente di Cher ha pure scattato delle foto che, chissà, magari prima o poi vedranno luce. L'ultima immagine che ho stampata nella mente è quella di Cher, accovacciata sul sedile posteriore della macchina, che stringe a sé i fiori inalandone il profumo ad occhi chiusi e con un dolcissimo sorriso. So che tutto questo è vero ed è successo poco fa. Per questo ho deciso di immortalare questo istante: dovessi aver sognato, le mie parole saprebbero farmi provare comunque qualche sensazione. Ve lo giuro, ragazzi: Cher è un sogno, un concentrato di umanità, gentilezza, bellezza, umiltà che possono appartenere solo alle leggende. E lei lo è. Sono cos felice che mi sarà impossibile dormire per qualche giorno..  
Sono e sempre più sarò convinto che bisogna lottare per i propri sogni e fare TUTTO quello che la mente ci lascia immaginare senza porvi freno: la forza che possediamo è milioni di volte maggiore di ogni barriera. A questo credo, e questo lo devo anche e soprattutto a lei, a Cher, una donna che mi insegna come nella vita vada tutto conquistato sempre e solo attraverso la consapevolezza che più forte di te non c'è nessuno. Niente! L'amore e l'amicizia aiutano in tuto questo: se veri, disinteressati, devono alimentare il nostro fuoco non permettendoci mai di farlo attenuare. Grazie a chi si potrà riconoscere in queste mie parole.