Dovrebbe essere obbligatorio, in un presente così tristemente mediocre, assistere ad un concerto di Anastacia.
Le motivazioni sono molteplici: si parte dalla Voce per arrivare alla forza, si passa attraverso la Musica per approdare al coraggio. Quello di essere una donna animata da una passione per quello che fa che ha del miracoloso: e non ci vuole molto per capire che per Anastacia la musica è vita, è aria, è ossigeno per respirare ma, ancor di più, è un sogno che ha l'aspetto della concretezza. Del possibile.
Il "Resurrection Tour" è approdato ieri sera al Fabrique di Milano lasciando il segno: dai capelli spettinati dalla potenza vocale di Anastacia alla forte, fortissima sensazione che sia necessario inchinarsi davanti ad un tale esempio.
Una donna che con umiltà e determinazione china il capo e ricomincia da dove si era fermata dimostrandoci come piegare la vita ai propri desideri: semplicemente quelli di vivere per quel che si ama.
La passione. L'amore. La musica. Che per Anastacia ed il suo pubblico sono esattamente la stessa cosa.
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