Tra tutti gli aggettivi possibili, credo che nessuno più di "incompresa" possa definire lo spirito e il modus vivendi di Asia Argento. Non è un caso, forse, che proprio "Incompresa", da oggi al cinema, sia il titolo dell'ultima opera dell'attrice e regista romana e in assoluto il suo lavoro più sentito, vissuto, riuscito.
Tutto nel film è ricercato eppur vero, metaforico eppure decisamente reale, sospeso nell'idea di sofferenza eppure in grado di far sorride per la dolcezza evocata: è la forma massima di espressione cui Asia Argento sia giunta.
Un nuovo punto di partenza piuttosto che di arrivo. La Argento trasporta i contrasti della sua anima traducendoli sottoforma di incomprensioni, idee relegate alla mente e non espresse, timori di felicità e gioia per la consapevolezza della propria unicità: grazie alla scelta di un cast coraggioso in cui stupisce Gabriel Garko e che spiazza grazie a Giulia Salerno, l'"Incompresa" di Asia Argento è un'opera che merita lunghi momenti di riflessione e nessuna ovvietà.
"Non avrei mai pensato nella mia vita da regista di realizzare un film in costume." -sentenzia Asia-
"Mascherarsi ti porta spesso lontano dalla verità, cosa che trovo terribilmente eccitante come cineasta. Ho scelto di ambientare il film negli anni Ottanta poiché all'epoca i bambini non erano lobotomizzati come ora e c'era un diverso rapporto tra loro e la realtà. Il film assume i connotati di una polaroid in quanto metaforicamente è un ricordo che sbiadisce".
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