Dolcenera non è un'artista sincera: a dispetto del titolo del suo ultimo album, "Le stelle non tremano", la cantante è in grado, eccome, di far tremare gli astri. Oltre alle pareti del "Blue Note". Si è tenuto nello storico tempio della musica milanese il battesimo de "Le stelle non tremano Tour": uno spettacolo, quello di Dolcenera, dove la musica viene vissuta e sentita ancor prima che cantata.
Non è facile immaginare brani quali "Niente al mondo", "Fantastica", "Immenso", "Un peccato" suonati ed interpretati dal vivo mentenendo fede alla loro incisione su disco eppure Manu Dolcenera è riuscita, e riesce, ad elaborare una nuova dimensione del suono nella quale esprimere tutta se stessa al servizio della creatività e dell'innovazione che da sempre ne contraddistinguono la figura.
Il nuovo spettacolo della cantante è dunque una corsa ai mille all'ora lungo frequenze del suono nelle quali difficilmente abbiamo la fortuna di imbatterci: potere dell'estro e soprattutto di una forza espressiva che rendono colei che le stelle fa tremare una vera e propria boccata d'aria fresca nel nostro panorama culturale e artistico.
Una speranza, appunto: quella di sentirsi scuotere, tremare, sotto le stelle che, al contrario, restano immobili, come piegate al volere di una grande Artista.
Ogni volta pensi che Madonna abbia raggiunto l'apice: vedere un suo show dal vivo non può non portarti a pensare che più di così sia impossibile. Pensi che, cavolo, oltre a diventare sempre più bella sia incredibilmente sempre più geniale: una comunicatrice come al mondo non ce ne sono.
Resti di questa convinzione per qualche anno, fino quando madame Ciccone non decide di tornare a stupire il mondo con un nuovo tour: uno spettacolo concettuale votato al concetto di perfezione.
Una perfezione ben diversa da quella toccata nei suoi precedenti spettacoli: nel "Rebel Heart Tour" assistiamo, infatti, ad una messa in scena di una Madonna molto più umana, meno robotica, asettica, un'Artista che in questo caso non necessita di troppi fuochi d'artificio a farle da contorno poiché è lei stessa l'effetto speciale più riuscito.
Personalmente la Madonna che ha solcato il palco di Torino nelle tre date del suo "Rebel Heart Tour" è in assoluto la sua trasformazione che più ho amato, che più amo: mi ha ricordato in tutto e per tutto quella stessa ragazza che 28 anni fa, nella stessa città, incuriosiva il mondo intero ponendo la questione "Who's that girl?!".
Chi è questa ragazza? Ancora lei stessa se lo chiede, ancora noi ce lo chiediamo: perché Madonna va al di là delle definizioni. E' lei stessa una definizione.
Dire Madonna significa spingersi un po' più in là, alla ricerca di una soluzione volta al perfezionismo, al genio, alla magia. In questo tour mancano i fasti dei precedenti e la Ciccone sopperisce alla scomparsa dei grandi effetti regalandoci il suo aspetto più umano e sorprendente: la simpatia, lo scambio continuo di parole ed emozioni col suo pubblico, le mani che si stringono, gli sguardi che si incrociano, le confessioni dirette e per nulla velate di preferenze sessuali e voglia di libertà.
"Amarmi significa condividermi con il mondo" ha ribadito ogni sera, e questa è la verità: per quanto indifferente una persona possa essere al "concetto" Madonna, per quanto impossibile, ed è un dato di fatto, è l'amore nei suoi confronti che nasce dopo aver assistito ad un suo concerto.
Sempre sia lodata.
QUI le foto delle tre date torinesi del "Rebel heart Tour"
"Siate coraggiosi": con questa esortazione si potrebbe riassumere l'intero discorso che ieri sera Sharon Stone ha tenuto nella cornice di Palazzo Clerici prima di ritirare il Pilosio Building Peace Award.
Una donna, la Stone, la cui bellezza oggettiva è amplificata dall'intelligenza che le permette di essere ambasciatrice di pace nel mondo da tantissimi anni: non una carica assegnata a titolo di onore, questa, quanto un'identità che le permette e le ha permesso di raccogliere decine di milioni di dollori atti alla costruzione di scuole ed ospedali nel terzo mondo.
Sharon Stone ha commosso raccontando la malattia che l'ha colpita in passato e gridando la necessità di non perdersi nel dolore ma, anzi, di stravolgerlo e tramutarlo in forza: lo stesso dolore che si prova, dice, nel vedere la fame, il propagarsi dell'aids, le atrocità eseguite sulle donne.
Un dolore forte, viscerale, che si può e deve combattere ragionando, affrontandolo con gli strumenti che solo l'educazione, e quindi l'intelligenza, possono dare.
Non è un caso, dunque, se la serata di ieri si è conclusa con l'ambasciatrice Stone che, sfruttando il suo fascino, ha improvvisato un'asta al termine della quale si è decisa la costruzione di 28 scuole nel terzo mondo. Intelligenza allo stato puro, talmente evidente da confondersi con la bellezza.
Come una tempesta, come "L'onda del mar", quando Rettore mette piede su un palcoscenico il pubblico non può che venire travolto da un'onda d'urto che si traduce, poi, in emozione; viene stravolto, passando da uno stato di comoda serenità ad una incontenibile eccitazione che pervade muscoli, nervi, sensi.
Questo è possibile perché Rettore è vera come nemmeno la definizione di verità può dipingerla: niente di quello che canta, dice, mette in atto è dovuto a logiche del mercato se non dal suo sentire, dal suo vedere, dal suo interpretare il mondo e la vita traendone ispirazione e rabbia.
"Rettore is back! Tour" è uno di quei concerti che vorresti e potresti vedere ad oltranza perché impossibile è stancarsi di energia, impossibile è pensare di provare stordimento dinnanzi a chi cerca, invece, di metterti in moto il cervello: la musica fa bene, Rettore fa bene. Benissimo.
Mi risulta difficile dire che una band come i The Kolors possa essere il prodotto di un talent.. infatti non è così. La band capitana dall'incredibile Stash Fiordispino ha alle spalle una gavetta da far invidia a chi, già da tempo, risiede nell'olimpo dei Grandi della musica: dopotutto un certo talento, una così massiccia preparazione ed educazione musicale, possono solo appartenere a chi ha studiato e vissuto sulla propria pelle la forza di un sogno da realizzare.
I The Kolors, passatemi il termine, spaccano. E lo hanno dimostrato ieri sera, davanti ad oltre 6000 persone accorse a scaldare una già rovente piazza di Cervia: la Romagna ha davvero vibrato della migliore musica in circolazione al momento.
Un album, "Out", che sta infrangendo ogni record di vendita e che contiene solo ed esclusivamente brani capolavoro è alla base dello show di Stash & Co. che, complici cover riviste sotto l'influenza della scena elettro-pop degli anni Ottanta, domina per un'ora e mezza la folla conducendola in un viaggio attraverso miti quali Michael Jackson e Freddy Mercury, così orgogliosamente presenti in ogni virtuosismo vocale e musicale della band.
I The Kolors meritano il successo che stanno avendo: al di là della loro innegabile bravura, anche e soprattutto per aver portato un esercito di adolescenti alla consapevolezza del valore della Musica. Quella con la M maiuscola e che non fa necessariamente rima con cuore/amore.
Talento. Non ci sono tante parole da spendere circa il concerto di Lady Gaga e Tony Bennett all'Umbria Jazz Festival di Perugia se non tutte quelle che vertono attorno al significato di talento. Perché se da una parte abbiamo la certezza che un pezzo della storia musicale mondiale quale il veterano Bennett possa portare solo ed esclusivamente eleganza ed emozione, dall'altra c'era, c'è, l'incognita Gaga, colei che tutto osa spesso e volentieri superando le aspettative e talvolta peccando di presunzione.
Nel caso del "Cheek to Cheek Tour", tuttavia, non esistono note storte: e chi è pronto a godersi le due ore di spettacolo attendendo la sbavatura di Lady Gaga o una sua imposizione artistica azzardata è costretto a cospargersi il capo di cenere e a compiere atto di remissione dei peccati.
Già, perché stabilire una sintonia ed un pathos così evidenti e brillantemente azzeccati tra una giovane, rivoluzionare popstar ed un novantenne signore del jazz, non deve essere compito facile né, tanto più, ipotizzabile a tavolino.
Quando estro e talento si incontrano, signori e signore, quel che ne scaturisce è magia. Lady Gaga è stata, a mio parere, per la prima volta assolutamente perfetta nelle sue esibizioni in territorio italiano: quel che ha mostrato, al di là delle trasparenze, son state la voce e la voglia di mettersi in gioco, in discussione, rischiando ma con coraggio. E preparazione.
Le orecchie, ma soprattutto la pelle d'oca, ancora ringraziano.