In pochi possono scegliere, tra le date disponibili, di sfidare proprio una Festività come questa per celebrare il proprio compleanno: a volte, si dice, il destino è nel nome, altre è proprio nella data di nascita. Oggi è nato un Re. Un altro, ok.
Scegliere di fare gli auguri a Marco Mengoni, oggi, è piuttosto imbarazzante: per che cosa? Per il Natale? Per il compleanno? Per tutto quello che questo 2013 è stato per lui ma anche e soprattutto per l'esercito di fans che è riuscito a raccogliere e far sognare?
Faccio uno sforzo e provo ad immaginare un augurio che si possa plasmare a seconda delle necessità di cui sopra: tutto sommato ogni punto elencato ha in comune con gli altri una dimensione fatta di emozioni e di sogni che rendono inevitabile la voglia di festeggiare. Di celebrare una giornata già importante di per sè e quest'anno, più che in passato, ancora più preziosa: dunque auguri, Marco!
Sono certo Santa Claus non saprebbe quale regalo portarti se non la capacità di continuare a stupirti per quello di bello che ancora accadrà e che meriti.
E' quello che ho pensato per quasi tutte le tre ore di concerto di Laura Pausini ieri, al Medilanum Forum di Assago, per l'ennesima data sold-out del suo "The Greatest Hits World Tour": qui non si tratta soltanto di musica ma anche e soprattutto di bene. Già, quel sentimento così difficile da decifrare e descrivere che, probabilmente, può soltanto essere percepito, vissuto, sentito e provato senza possibilità alcuna di destinarlo alle parole: tranne nel caso delle canzoni che, spesso, sanno se non generare, per lo meno imitare questo stato d'animo.
Laura Pausini è nuda su quel palco: non importano i bellissimi abiti di Giorgio Armani che la vestono per l'occasione, dopo 20 anni dal suo esordio nel cuore di milioni di persone c'è ancora e sempre più la stessa ragazza stupita di fronte all'emozione, la stessa ragazza che sa piangere per un applauso e che vive senza filtri l'affetto che sgorga da ogni battito di mani a lei rivolto.
Laura come esempio di profondità artistica ma anche e soprattutto di umanità: la protagonista del "Greatest Hits World Tour" non è solo la musica che in 20 anni è entrata a far parte del genoma di una nuova generazione di persone ma è la sua anima, pronta a spogliarsi per trasmettere la bellezza della verità, il bisogno di vivere e viversi aderendo all'amore che si prova e di cui non vergognarsi mai.
"Fai quello che sei", è il suo inno, e la gente attorno a lei piange, ride, si commuove, esulta: semplicemente vive quella gioia incontaminata che il sapersi accettare promuove.
Laura Pausini orgoglio dell'Italia, dunque: ancora una volta e in attesa di festeggiare nuovamente, tra qualche decade, l'amore per la famiglia, per se stessi e per la passione magari insieme a tutti quei bambini che ieri accompagnavano i genitori lungo un percorso cui la musica di Laura ha dato loro il "Benvenuto".
Eppure quando ero piccolo Valeria Marini non esisteva ancora. Almeno nelle mie fantasie. Non esisteva nei magazine che hanno popolato la mia crescita: "Cioè", "Mattissimo", "Il Monello", ecc. Invece ieri sera, sul palcoscenico di Brescia, eccola rossa come Jessica Rabbit "presentare" il festival "80 Voglia di Christmas", evento dedicato ai fanatici dei favolosi anni Ottanta.
Valeria Marini
Nonostante per la Valeria nazionale gli Ottanta siano stati una "fantastica annata", quel decennio ha indelebilmente segnato il percorso musicale di ogni artista venuto nei decenni successivi e di quelli che verranno.
Tracy Spencer
Lo dimostra il successo perenne di brani quali "Run to me" di Tracy Spencer, indiscussa protagonista della serata canora bresciana, icona della dance che per la Marini è diventata, però, "La regina del rock".
Scialpi
E ancora Scialpi, che con "Pregherò" è riuscito pure a commuovere qualcuno tra i presenti -tracce di lacrime sul suo di viso sarebbero impossibili da pervenire data la recente "stiratura"-, o Den Harrow che a suon di steroidi e disco dance ha scatenato i fans accorsi sotto al palco.
Den Harrow
Gli anni Ottanta, insomma, hanno un grande potere: quello di farci ritrovare teenager in un istante, di farci ridere con una genuinità di fondo impossibile da replicare per chi, suo malgrado, non ha avuto la fortuna di nascere in quell' "annata".
Non è poi un'esagerazione dire che Patty Pravo abbia condotto il pubblico accorso al Teatro dal Verme di Milano per assistere al suo concerto.. sulla luna. Dopotutto la Strambelli appartiene ad una categoria ben diversa e distinta da ogni altro artista: quella degli irraggiungibili. E, come sempre accade da quando ha deciso di far musica, la Pravo è riuscita ad eccellere a livelli distanti dalle definizioni di bellezza che solitamente si possono dare ad uno spettacolo, ad un concerto.
Per cui è azzeccatissimo il nome assegnato al tour di questa leggenda vivente che continua imperterrita a mostraci quale sia il significato di talento: "SuLa Luna Tour", appunto, non solo ad indicare l'ultima collaborazione omonima firmata da Vasco Rossi ma anche e soprattutto la capacità di un'Artista di saper condurre il proprio pubblico -quello di ieri così come quello di oggi- verso nuove frontiere del suono e della voce.
Dimensioni dove le parole sono spesso superflue a classificare quel che accade, che si suona, che si canta, che si avverte.
Bello? Perfetto? Il tempo che Patty Pravo dedica alla musica è semplicemente un dono di cui far tesoro: sincera adesione all'idea di libertà che traspare da ogni parola, da ogni nota scelta dall'eterna bambola del Piper dedita all'arte con lo stupore di una bambina e la minuziosa attenzione di un artigiano. Patty Pravo che già dall'inzio seppe prevedere il futuro, anticipandolo, Patty Pravo che rende migliore il presente colorandolo con la spensierata bellezza della sua figura e voglia di fare.
La mia Santa protettrice Cher me lo insegna da sempre: bisogna crederci. E se non fosse per la fede che ho nelle passioni che mi animano, un amico, un'amica e certamente una buona dose di fortuna -se esiste- ieri sera avrei assistito dalla tv alla finale di X-Factor anziché godermela, come è stato, ad un paio di metri dal palcoscenico.
la vittoria di Michele
Una premessa: non ho mai visto una puntata dello show prima per cui la sorpresa, per me, è stata duplice e mi è bastato un primo ascolto delle ultime quattro voci in gara a farmi un'idea di chi avrebbe meritato la vittoria. Tale Aba. Felicissimo, dunque, di aver riscontrato nella più che mai grandiosa Giorgia lo stesso mio parere. Chissà, forse un certo gusto ce l'ho anche io.
Aba, Violetta, Ape Escape, Michele
Non ho trovato negli altri concorrenti in gara (Michele, Ape Escape, Violetta) novità esaltanti sebbene un paio di inediti mi siano piaciuti da subito ma era molto facile capire che la vittoria sarebbe stata di Michele: i due terzi del Forum di Assago erano per lui. A prescindere dalle mie sensazioni, gli auguro sicuramente una bella carriera sperando che, così giovane, non venga costretto a replicare quello che la musica italiana da anni partorisce in maniera incondizionata.
Mario Biondi, Marco Mengoni, Giorgia, Elisa
Lo spettacolo è stato grandioso: un vero e proprio concerto ma, soprattutto, una sorta di altare attraverso cui poter godere delle più belle voci che l'Italia abbia mai visto nascere, crescere, svilupparsi: l'apertura dello show ad opera di Elisa,Marco Mengoni, Giorgia e Mario Biondi potrebbe tranquillamente rimanere scritta negli annali dei prodotti preziosi raramente e miracolosamente generati dal nostro Paese. Un tributo a Michael Jackson che è sfociato in una danza di note ed energie dedicate a Nelson Mandela: magia unita all'incanto di quattro voci probabilmente e giustamente irraggiungibili per chiunque. Questo è l'orgoglio dell'Italia: Artisti che trasmettono e che lo fanno con sincerità, umiltà, profonda adesione concettuale al proprio sentire e non a quello delle regole di mercato.
Mario Biondi, Marco Mengoni, Giorgia, Elisa
Mario Biondi, Marco Mengoni, Giorgia, Elisa
Il Forum è letteralmente esploso all'arrivo degli One Direction, la band inglese più potente del mondo. E lo si poteva capire dalle lacrime di migliaia di ragazze visibilmente in stato di grazia di fronte ai propri idoli: bravissimi cantanti, c'è da dirlo.
One Direction
Generare emozione e dare la possibilità di viverla dovrebbe essere la missione primaria della musica e ieri sera X-Factor ha permesso che questa magia si compisse. Ingradienti necessari, tuttavia, sono stati la voce e la presenza di Mengoni, Giorgia ed Elisa e Mika: per loro non si parla solo di talento ma di valore aggiunto al contesto nel quale vengono inseriti.