Per la seconda volta in due mesi ho assistito ad un concerto di Monica Naranjo: questa volta, però, l'emozione è stata doppia, l'occasione irripetibile, il ricordo indelebile.
Si è chiuso a Barcellona il "Tour 4.0" con uno show sold-out degno di ogni considerazione passata, presente e futura inerente alla Naranjo: a trionfare non è solo la Voce quanto un'intensità, una personalità che rompe la barriera delle convenzioni costringendo il pubblico a viaggiare attraverso dimensioni in cui è solo la libertà ad essere concessa.
Quella di alzare il dito medio nei confronti delle istituzioni, di esprimere amore pubblicamente a dispetto del perbenismo, di sfogare la sete di leggerezza cantando come fossero, quelle in gola, le ultime note che le corde vocali ci possono concedere.
Monica Naranjo incanta, lascia il segno: è un animale da palcoscenico da vedere, da provare, da sentire. E'un'esperienza, non una cantante: i limiti concettuali non le sono concessi.
Aspettando nuova musica, Monica saluta il suo pubblico in adorazione con una dichiarazione d'amore: quella per Raffaella Carrà. E, come nelle migliori delle feste, con l'ironica "Adios amigos" si chiude il sipario sopra un'avventura, quella di "4.0", che chiude un capitolo in attesa del nuovo inizio. Non vedo l'ora.